13 gennaio 2012

RECENSIONE: Rayman Origins











Potrei scrivere righe su righe per introdurre "Rayman: Origins", parlare dell'importanza che ha avuto il genere platform nella storia dei videogiochi o lamentarmi dell'arrivo del 3D che ne ha segnato una morte quasi annunciata. Salterò tutti questi discorsi per evitare di essere troppo dispersivo, eppure qualche parola me la dovete pur concedere.
Chiunque abbia amato i vecchi platform 2D sin dai tempi del Nintendo Nes non può certo negare di non aver mai fantasticato su come quel classico, quasi obsoleto, genere videoludico potesse risultare oggi sfruttando tutta la potenza delle console odierne. Il dubbio mi ha afflitto per molto tempo (bhe ora sto esagerando) vedendo pubblicare nel corso degli anni svariati titoli senza solelvarmi da questo dubbio. Dopo molto tempo però, grazie ad Ubisfot ed al suo Rayman, tutti i miei dubbi sono spariti. Dopo aver venduto migliaia di copie del suo brand di punta (ovviamente mi riferisco ad "Assassin's Creed Revelations"), infatti, la Software House francese ha provato a togliere dalla naftalina la sua mascotte per eccellenza, ha eliminando i simpatici, ma francamente inutili, Rabbids e ha ripescato nel suo cilindro quelle classiche meccaniche 2D che tanto avevano appassionato migliaia di fan.


TRAMA
Come in ogni platform che si rispetti, anche in "Rayman: Origins", la trama è completamente superficiale, semplice e scanzonata. E' talmente "easy" che francamente, detto tra noi, non la ho nemmeno capita molto bene, ma cercherò comunque di sintetizzarla.
Rayman e la sua combriccola di amici non fanno altro che oziare dalla sera alla mattina, mangiando e dormendo tutto il tempo. Una pacchia insomma. Però tutto questo dormire (e russare!) presto infastidisce alcune oscure creature sotterranee che decidono dunque di infestare il mondo di Rayman e spezzare quell'idilliaca pace in cui i nostri amici erano immersi. Fine.


Insomma niente di che. E' ovvio però che che non è la trama ciò che interessa in un gioco del genere. I suoi punti di forza sono ben altri come il gameplay o l'impatto visivo. Evito dunque di dilungarmi in questo paragrafo e procederei spedito al comparto gameplay.

Voto: 6


GAMEPLAY
Con "Rayman: Origins" la Ubisoft non è voluta scendere a compromessi. Nella sua produzione, infatti, il team francese ha deciso di mantenere inalterato in tutto e per tutto il classico gameplay che rese famoso negli anni '90 il genere platform. I comandi prevedono infatti solo 3 tasti (uno per il salto, uno per colpire i nemici ed uno per la corsa). Un sistema estremamente semplice dunque, eppure estremamente profondo e maledettamente giocabile. La risposta grazie ai 60 frame al secondo è sempre precisa dandoci la possibilità di misurare i salti ed i movimenti al millimetro (cosa che sarà essenziale nel livello nascosto del gioco).
Si era parlato poco sopra di nessun compromesso, ma purtroppo ho dovuto dire una mezza bugia. In realtà Ubisoft su un fattore ha dovuto cedere ed è forse il peggior difetto di questo ultimo capitolo di Rayman: il gioco è troppo, troppo, troppo facile. Dopo un entusiasmo iniziale, infatti, si viene sopraffatti da una sensazione di noia e ripetitività eccessivamente marcata. Purtroppo l'assenza di sfida porta ogni livello ad essere giocato allo stesso modo. Una corsa continua, monotona e assurda da un punto A ad un punto B. Raccogli qui, salta lì, tira due pugni al tuo amico... La sensazione costringe il giocatore a fare partite che non oltrepassano i 30/40 minuti oltre i quali un pesante crollo mentale denominato "sonno" potrebbe fargli cadere il pad dalle mani. Solo poche scelte azzeccate riescono a spezzare il ritmo di gioco. Ottime sono infatti i livelli subacquei ed i livelli in cui bisognerà dare la caccia ad un forziere poco propenso a farsi aprire.



Il voto se stessimo a quanto detto qui sarebbe bassino. La qualità del gameplay però è troppo eccelsa per essere sprecata così. Sarebbe come avere una Ferrari e andarci in giro facendola trainare da due buoi.Grazie al cielo però Ubisoft ha posto un limite al suo livellamento verso il basso della difficoltà della sua produzione. Già nella seconda parte infatti, sorpassati i livelli intermedi e sbloccate tutte le capacità (come per esempio la planata o la corsa sulle pareti) si torna a rivedere un pò di luce. Questo miglioramento cresce col passare del tempo sino a raggiungere il suo apice nel livello segreto chiamato "Terra dei morti lividi" e che potete vedere nel video sopra. Questo mondo nascosto (disponibile raccogliendo i 10 divertentissimi diamanti gelosamente custoditi da 10 scrigni viventi) risulta essere senza alcun dubbio uno degli apici (l'apice?) del genere platform di sempre. Un livello di difficoltà davvero ostico (davvero molto) ci farà comprendere realmente quali siano le capacità e la profondità di gameplay che Ubisoft ha voluto nasconderci per 3/4 del gioco. Risposta dei comandi precisissima, fluidità sconosciuta al 90% delle produzioni videoludiche e un senso di sfida appagante pongono Rayman al fianco di mostri sacri come SuperMario o Sonic.
Purtroppo tale qualità arriva tardi e solamente in quest'ultimo livello e dunque la povera Melanzana deve accontentarsi, a causa delle scelte della SoftwareHouse francese, di rimanere un gradino sotto al simpatico porcospino della Sega e all'idraulico made in Nintendo.

Voto: 8,5


GRAFICA
Appena iniziato a giocare, il comparto grafico di "Rayman: Origins" ti rapisce totalmente. Questo grazie ad una scelta di colori molto brillanti, super saturi e sempre vivaci. Una esplosione di colore dunque che, grazie  ai suoi 1080p nativi, riesce a stupire per qualità e varietà. A tutto ciò si aggiunge una scelta di fondali e di scenari estremamente azzeccata e la cui realizzazione è estremamente ben eseguita  e sempre varia (vi assicuro che non sarà raro soffermarsi in un determinato momento del gioco a gustarsi i fondali di alcuni livelli). Per il resto le animazioni dei personaggi sono semplici ma ben realizzate e gli intermezzi video risultano soddisfacenti e pieni di carisma. Non trovo nient'altro da aggiungere se non il fatto che "Rayman: Origins" è sicuramente uno spettacolo per gli occhi.

Voto: 9


SONORO
Già detto spesso. Una delle caratteristiche del genere platform che preferisco vi è la colonna sonora. Giochi come Super Mario, Tombi, Sonic ci hanno abituato da tempo immemore a motivetti orecchiabili e indimenticabili. Ubisoft col suo "Rayman: Origins" non è da meno. La varietà delle theme è notevolissima e nella maggior parte dei casi risultano dannatamente orecchiabili ed adatte ad alle varie situazione del gioco. Ci saranno temi rilassati e tranquilli adatti agli stage marini ("Lums of the Water"), temi più rapidi per quei livelli in cui la corsa è il fattore portante ("Chasing a Dream"), temi semplici per le mappe che sono delle piccole perle ("WorldMap: Sea of Serendipity") e temi più "seriosi" per i Boss ("Murray of the Deep"). Lascio voi il piacere di scoprire tutte le altre Theme consigliandone sicuramente l'ascolto anche davanti al pc.
Passando all'effettistica sonoro questa è sicuramente ben realizzata con i versi dei nostri amici che ci strapperanno qualche sorriso e con alcuni colpi di genio come i vari "The Lum King" che appare nel momento in cui libereremo i vari Re dei Lum sparsi per i livelli e del quale ne esistono più di una versione a seconda del mondo o dello stage in cui ci troviamo.
Senza dubbio un ritorno ai fasti di un tempo del genere anche da questo punto di vista. Un applauso a Ubisoft.

Voto: 9


TROFEI
"Rayman: Origins" è un gioco che si fà platinare con piacere. In una partita veloce dando poco peso alla raccolta dei trofei ed alla scoperta dei vari segreti, si riesce a raccogliere un 30% circa degli obiettivi totali. I rimanenti riguardano il completare tutti i livelli raccogliendo tutti i vari Electoons intrappolati, sbloccare i livelli segreti o eseguire qualche missione particolare. Questo compito tuttavia non pesa assolutamente perchè viene spontaneo, una volta concluso il gioco, andare a rigiocare gli stage già affrontati e cercare tutti quei piccoli segreti nascosti qui e là. Purtroppo manca un trofeo apposito per le "coccarde" (se ne riceve una per livello raccogliendo parecchi Lum) e la cosa rende platinabile il gioco anche senza completarlo realmente al 100%. Un peccato per i giocatori più incalliti, ma sicuramente non un dramma.






Un gioco come "Rayman: Origins" ha bisogno di ore di gioco per essere assaporato nella sua vera, strampalata e pazza essenza. Non bastano pochi minuti per comprenderlo a fondo insomma.
"Rayman:Origins" è un gioco dalle capacità eccezionali. Un gameplay incredibile ed una scelta artistica contro-corrente (stupendi molti scorci, la scelta dei Boss e delle musiche) darebbero a Rayman il pieno diritto di sedere a testa alta nell'Olimpo dei Platform. Eppure ciò non accade. La scelta di Ubisoft di abbassare in modo sconsiderato il livello di sfida ne decreta la lacuna più grande e pesante. Tuttavia, fortunatamente, i produttori hanno deciso di mettere a disposizione un mondo nascosto dove l'anima vera di Rayman esce fuori in tutto il suo splendore. Un mondo destinato solo agli appassionati e nel quale i semplici "brainless gamer" non possono approdare (non facilissimo sarà infatti raccogliere i 10 diamanti gelosamente custoditi dai 10 scrigni sparsi per il gioco).
Il consiglio è dunque quello di mettersi di impegno, consumare il tasto adibito alla corsa e raggiungere i 10 scrigni per viversi il "Mondo dei Morti Lividi".
Perchè, seriamente lo dico, se non avete provato questo mondo nascosto, non avete giocato a "Rayman: Origins".

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