5 ottobre 2011

RECENSIONE: Enslaved Odyssey to the west











E' oramai un argomento risaputo: il mondo videoludico si sta sempre più avvicinando a quello cinematografico. Trame sempre più complesse e con temi importanti, colonne sonore da premio Oscar e budget di produzione/marketing milionari sono solo alcune delle prove di questo trend. Enslaved: Odyssey to the West, produzione del team di sviluppo Ninja Theory resosi famoso con Heavenly Sword, ne è un caso esemplare. Per realizzarlo sono stati interpellati sceneggiatori, compositori e registi professionisti che hanno dato vita ad un prodotto che strizza molto l'occhio alle produzioni cinematografiche mettendo un pò da parte, come già accadde con la bella Nariko, il gameplay vero e proprio. Viste le premesse sopra citate, è indubbio il fascino che questo titolo possa avere specialmente per quei giocatori che mettono la trama al primo posto tra i fattori di scelta e gradimento di un videogioco.
Una trama solida e ricca di colpi di scena era quello che cercavo ed Enslaved: Odyssey to the West era, a quanto letto dovunque, il titolo giusto da acquistare.....ma siamo sicuri di trovarci realmente di fronte al videogames definito da molti come l'anello di congiunzione tra cinema e videogames?


TRAMA
Enslaved: Odyssey to the West narrà la storia di un mondo post-apocalittico in cui la natura è tornata ad avere il ruolo predominante sull'uomo e nel quale un enigmatico personaggio di nome Pyramid rapisce e schiavizza i pochi esseri umani superstiti. In questo contesto vestiremo i panni
di Monkey, protagonista solitario e scontroso, che si trova imprigionato su una nave volante comandata da grossi mech. Grazie all'aiuto di una giovane ed agile ragazza di nome Trip, Monkey riuscirà a sfuggire dalla sua prigione volante e a farla schiantare al suolo. Sopravvissuti grazie ad una capsula di emergenza, Monkey si risveglia al fianco di quella misteriosa ragazza scoprendo che, mentre era privo di sensi, questa ha applicato sulla sua fronte una fascia da schiavo che lo obbliga ad obbedire a qualsiasi suo ordine. Non solo. Subito diventa chiaro che se Trip dovesse morire, la stessa fine toccherebbe anche al forzuto protagonista. Viene a crearsi in questo modo un legame (più o meno sopportato) tra i due. Ma Monkey, seppur adirato per tale situazione, comprende pian piano che la giovane ragazza è stata costretta dalle circostanze a prendere tale decisione. I suoi occhi non mentono. Cosa ha portato una ragazza così dolce e gentile a prendere una scelta così estrema?  Inizia in questo modo il viaggio (o sarebbe meglio dire l'odissea) verso il lontano Ovest.

La trama presa in soldoni non è assolutamte niente male. Abbiamo un mondo post apocalittico "nuovo" che si distacca da quello stereotipo ricco di deserti e desolazione alla Ken Il Guerriero, restituendo invece una atmosfera colorata e lussureggiante. Abbiamo poi tra le mani due protagonisti ben caratterizzati. L'uno scontroso e agile il cui passato è avvolto nel mistero, l'altra fragile e insicura, ma allo stesso molto determinata conscia che dovrà mettere da parte la paura per raggiungere la propria meta. Quello che però infastidisce è l'assoluta linearietà della storia. Purtroppo, nonostante un'evolversi dei personaggi e del loro rapporto durante gli eventi, questi non vengono mai realmente approfonditi. Non sapremo mai il perchè Monkey si trovava imprigionato sull' aeronave e il suo passato rimarrà praticamente avvolto nel mistero per tutto il gioco. Purtroppo anche lo scenario in cui si svolgono i fatti rimarrà abbastanza opaco a causa della scelta degli sceneggiatori di non farci mai sapere con esattezza cosa abbia determinato il crollo della civiltà umana o come i pochi superstiti si siano riorganizzati. Va notato infine l'ottimo colpo di scena finale che purtroppo, da solo, non permette a Enslaved: Odyssey to the West di fare quel salto di qualità narrativo che avrebbe davvero meritato.

Voto: 7


GAMEPLAY
Enslaved è un classico action-adventure in terza persona in stile Prince of Persia. Avremo quindi un tasto deputato al salto, un tasto deputato all'attacco debole, uno adibito all'attacco pesante, uno per la parata ed, infine, uno adibito all'utilizzo dello speciale bastone in stile fucile di precisione per rilasciare colpi energetici a distanza. Il sistema di combattimento di Enslaved risulta essere dunque estremamente semplice. Troppo semplice. Il numero di combo realizzabili è risicatissimo e porterà il giocatore a premere sempre i soliti pulsanti senza stare lì troppo a pensare che strategie attuare. Per ovviare a questo problema, gli sviluppatori hanno pensato di inserire una sorta di sistema di crescita del personaggio che, in stile God of War, permette di incrementare i valori di forza, resistenza ai colpi e di combo utilizzabili attraverso l'utilizzo di speciali globi energetici collezionabili durante l'avventura. Purtroppo questa buona idea impatta con l'eccessiva semplicità e banalità con cui essa è stata realizzata rendendola praticamente inutile.

















La nostra avventura procederà in modo abbastanza lineare portandoci all'interno di enormi corridoi che dovremo percorrere andando da un punto A ad un punto B incontrando nel mentre qualche Mech qui e lì. Purtroppo questa ulteriore linearietà non fa altro che rendere poco divertente e varia l'esperienza di gioco che viene letteralmente salvata da alcune buone scelte che rinfrescano il gameplay come le ottime Boss Fight, le arrampicate in stile Uncharted (ma da questo differenziate da una eccesiva semplicità e aiuto della CPU nel saltare che rende praticamente automatica la scalata alla pressione continua del tasto salto) ed infine la "nuvola". Quest'ultima è una sorta di Surf che ci permette di fluttuare a pochi centimetri dal suolo e percorrere a grande velocità ampie distanze. Divertente e ben realizzata.
Per il resto sotto il punto di vista del gameplay, Enslaved risulta essere eccessivamente obsoleto, lineare e poco divertente raggiungendo comunque la sufficienza grazie ad alcune buone idee.

Voto: 6,5


GRAFICA
Essendo Enslaved un prodotto di stampo Hollywoodiano non c'è certo da stupirsi del fatto che il suo punto di forza risieda nell' aspetto visivo. Se infatti il comparto del gameplay risulti essere abbastanza superficiale e obsoleto (non a caso un reparto quantomeno sconosciuto ad Hollywood), stessa cosa non si può certo dire di quello grafico.
Alcuni scorci sono davvero eccezionali
Andando un pò controcorrente rispetto alle ultime produzioni videoludiche, i ragazzi di Ninja Theory hanno deciso di realizzare un ambientazione post apocalittica che fa' dei colori accesi e dei forti contrasti i suoi punti di forza. Ci ritroveremo dunque in una New York distrutta ma lussureggiante in cui la natura ha ripreso il sopravvento. L'orizzonte visivo realizzato è eccezionale e non nego che più di una volta accadrà di fermarsi a contemplare l'orizzonte una volta conclusa una lunga arrampicata. Allontanandosi da New York l'esplosività di colore tende a scemare divenendo più cupa a causa di ambientazioni meno ispirate (tranne che per il villaggio nativo di Trip che è stato ottimamente disegnato), ma che rimangono comunque ben realizzate. Grande attenzione è stata rivolta non solo alle ambientazioni. Il team di produzione inglese responsabile della realizzazione di Enslaved, infatti, già ci aveva mostrato con Heavenly Sword quanto siano bravi nel restituire attraverso i volti e gli occhi dei propri protagonisti quella empatia e quelle sensazioni che tanto aumentano la qualità dell'esperienza di gioco e che spesso vengono snobbate da molte produzioni. In Enslaved: Odyssey to the West l'abilità dei ragazzi di Cambridge viene confermata e a beneficiarne non ne è solo l'aspetto puramente visivo ed estetico, ma anche la trama che diviene più coinvolgente e realistica catturando il giocatore immedesimandolo nei protagonisti. Non mi sento infatti a disagio nel dire che le espressioni facciali e la realizzazione dei volti in Enslaved siano tra i migliori lavori visti in questa ultima generazione videoludica.
Non trovate una certa somiglianza tra gli (stupendi) occhi di Trip e quelli di Nariko?













Un ottimo lavoro dunque, che trova, facendo proprio i pignoli, qualche recriminazione nella scelta di una inquadratura troppo ravvicinata e caotica durante il gameplay e nella scelta poco azzeccata delle ultime ambientazioni, troppo cupe e "già viste" per tenere il passo con l'eccelsa qualità visiva che impregna tutta la produzione.

Voto: 8,5


SONORO
Grazie alle collaborazioni con artisti del calibro di Nitin Sawhney (considerato ad oggi uno dei migliori e versatili musicisti al mondo) anche la colonna sonora di Enslaved si avvicina con forza ai grandi colossal americani. Nonostante la scelta di rendere la soundtrack poco invadente durante le fasi di gioco effettuata da Ninja Theory, questa risulta essere dirompente per qualità e coerenza con la trama ed con gli eventi narrati. Tra tutte le ottime theme, particolarmente interessante risulta essere la "Title Song" che molte assonanze ha con quel capolavoro "Suteki da ne" ascoltato in Final Fantasy X. Una trattazione a parte merita la localizzazione in italiano delle voci. Il doppiaggio è semplicemente eccezionale e probabilmente tra i migliori mai realizzato in ambito videoludico. Questo grazie a collaborazioni con professionisti italiani del doppiaggio tra cui Claudio Moneta che dà la voce a Monkey. Assolutamente impossibile non dare un voto altissimo al comparto sonoro che, va comunque notato, trova nel doppiaggio un livello qualitativo più alto di quello della (ottima) soundtrack vera e propria.

Voto: 9


TROFEI
Raccogliere tutti i trofei di Enslaved: Odyssey to the West non risulta particolarmente difficile. Se terminando il gioco senza dar troppo peso ai trofei se ne raccolgono agevolmente un buon 35/40 %, alcuni richiederanno qualche tempo ed impegno in più non risultando ad ogni modo nè frustranti nè complessi. Insomma una buona preda per i cacciatori di trofei.












Enslaved: Odyssey to the West è sicuramente un ottimo titolo consigliato ad ogni giocatore che ricerca una trama coinvolgente con ambientazioni ottimamente realizzate e con protagonisti carismatici. Nonostante ciò le lacune presenti non consentono all' ultima produzione targata Ninja Theory di entrare a far parte di quei titoli che riescono a rivoluzionare il genere videoludico. Enslaved doveva riuscire, infatti, a conciliare il mondo dei videogames con quello cinematografico grazie all'incontro di professionisti di entrambi i campi. Sfortunatamente la promessa non è stata mantenuta. Un gameplay obsoleto, ripetitivo e per nulla profondo; gravi lacune narrative che non ampliano quel mondo presentato nei primi minuti di gioco (non scopriremo mai per esempio quale evento ha posto fine alla civiltà umana); personaggi carismatici ma il cui passato misterioso rimane tale; uno scenario post-apocalittico ben realizzato ma "vuoto" di persone e senza profondità; una rigiocabilità praticamente inesistente ed un finale con un colpo di scena interessante ma che lascia l'amaro in bocca, mi hanno convinto, a malincuore, a bocciare Enslaved: Odyssey to the West.
Purtroppo un sequel è stato smentito. Un secondo capitolo avrebbe potuto svelarci molti misteri rimasti insoluti e, colmando le lacune di trama e gameplay del suo predecessore, sarebbe potuto divenire quel must have che purtroppo Enslaved: Odyssey to the West non è stato.

1 commento:

  1. The Masked Warrior13/8/12 16:44

    Mi dispiace ma Enslaved, a mio modesto parere, non merita assolutamente la suddetta bocciatura: i vari aspetti del gioco sono ben limati e soddisfacenti, la trama è bellissima e profonda è i (seppur pochi, ma non è necessariamente un male) sono interessanti e il gameplay è nello stesso tempo semplice e molto divertente, sia nel combattimento (reminiscente degli ultimi giochi di Batman) e la fase esplorativa alla Prince of Persia (unica critica che muovo, le scalate troppo guidate); Il gioco in se e la sua triste sorte mi hanno riportato alla mente la altrettanto triste vicenda di Okami, altro gioco che, per una serie di fattori diversi, venne definitivamente snobbato dalla Capcom. Fortunatamente, quest'ultima si è accorta dell'errore e sta cercando di rimediare con remake e un sequel per DS, spero che, in futuro possa accadere una cosa simile anche per Enslaved, nel senso che riconoscano il vero valore del titolo e riescano a pubblicare il tanto atteso sequel che dia le risposte a tutte le domande nel gioco.
    Non voglio boicottare con quanto scritto dal recensore, ma sentivo di dover esporre questa mia opinione, che può essere condivisa o meno.

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