2 luglio 2011

RECENSIONE: Fallout New Vegas











Era il lontano 1997 quando venne pubblicato il primo Fallout su Pc. Grazie al suo carisma, ad una riscostruzione storica alternativa molto verosimile e ad una ambientazione post-nucleare ben realizzata,  riscosse un ottimo successo che portò il team di sviluppo dell'epoca (Black Isle Studios) a pubblicare nell'anno successivo il secondo capitolo della serie. Poi, per dieci anni, il nulla.
Solo nel 2008 venne pubblicato l'ottimo Fallout 3 che riuscì a mettere d'accordo critica e pubblico come raramente accaduto nel mondo videoludico.
Due anni dopo Bethesda Softwork ci riprova e rilascia sul mercato europeo "Fallout: New Vegas", sviluppato dalle menti del team Obsidian e avente sulle spalle la gravosa eredità dell'illustre predecessore.
L'ambientazione rimane la medesima. Nel lontano 2050 una diminuzione delle risorse energetiche di petrolio e uranio porta i Paesi del mondo a lottare per averne il possesso. Questo conflitto economico sfocerà in una guerra nucleare tra le più grandi potenze dell'epoca: Cina e Stati Uniti. Nelle prime ore del mattino del 23 Ottobre 2077 il cielo viene offuscato dai missili nucleari. Non si sà chi abbia premuto per primo il pulsante, ma poco importa. Passarono solamente 2 ore e la razza umana si trovò sulla soglia dell'estinzione. In previsione di questo evento alcune persone si rifugiarono all'interno dei Vault sopravvivendo all'olocausto nucleare. All'esterno pochi furono i sopravvissuti e molte le vittime delle mutazioni.


TRAMA
Fallout New Vegas è ambientato nelle lande desertiche della Zona Contaminata del Mojave in Nevada - Stati Uniti d’America nell’anno 2277 (quindi 200 anni esatti dopo il terribile conflitto nucleare che ha devastato il mondo e 4 anni dopo Fallout 3 del quale però non è un sequel non avendo nessun punto in comune a livello di trama o di protagonisti). In questo nuovo episodio il giocatore si troverà ad impersonare un semplice corriere, con il compito di consegnare un semplice pacco all’enigmatico Mister House, proprietario del Casinò Lucky 38 all’interno di New Vegas, piccola oasi di perdizione ancorata nel centro del Nevada.
Purtroppo qualcosa andrà storto e cadremo in una imboscata nella quale perderemo il "misterioso" pacco da consegnare e verremo feriti gravemente riducendoci in fin di vita. Sopravissuti per miracolo inizieremo una caccia all'uomo che ci porterà, grazie alle tipiche missioni primarie e secondarie, a visitare in lungo e in largo lo stato del Nevada incontrando diverse fazioni, personaggi e luoghi di interesse cercando di scoprire di più sul nostro aggressore e sulle motivazioni che lo hanno portato a puntarci una pistola alla testa e a rubarci la merce. L’idea di iniziare l’avventura con un brusco evento in grado di cambiare la carte in tavola sin dall’inizio funziona alla perfezione, mantenendo alto l’interesse del giocatore che vorrà certamente capire cosa può aver spinto un uomo a sparargli in viso senza neanche una spiegazione.

Voto: 8,5


GAMEPLAY
Fallout New Vegas presenta un gameplay sicuramente collaudato, con in più alcune aggiunte rispetto a Fallout 3 che lo snelliscono notevolmente. Siamo quindi di fronte ad un mix tra GDR, Action e FreeRoaming.
Anche qui come in passato il nostro alter ego digitale sarà dotato di un parco abilità predefinito (una ventina in tutto) con un punteggio minimo di partenza che sarà possibile aumentare salendo di livello. La progressione del personaggio si dipanerà attraverso 30 livelli abilità, e al raggiungimento di ognuno di essi potremo assegnare un numero prefissato di punti tra le diverse abilità base (divise tra abilità con le armi, con l’eloquenza, con la scienza, lo scasso e così via), mentre ogni due livelli di progressione sarà possibile selezionare un’abilità extra. Ma il portafoglio abilità non finisce qui: oltre alle varie skill legate al nostro comportamento nella Zona Contaminata del Mojave, avremo la possibilità di ottenere abilità aggiuntive grazie all’arruolamento di personaggi comprimari, all’appartenenza ad alcune fazioni specifiche, all’utilizzo di particolari armature o vestiti e addirittura acquistando degli innesti sottocutanei.
Ovviamente non saremo soli lungo la nostra avventura. Girovagando per le diverse zone della mappa (meno vasta di quella di Fallout 3 ma comunque ben studiata e ricca di luoghi di interesse) incapperemo in diversi personaggi che sarà possibile arruolare tra le proprie fila. Tali comprimari potranno avere forma umana, animale o robotica e ci forniranno un’abilità extra fin quando decideremo di portarli con noi. Inoltre, a differenza del passato sarà possibile arruolare ben 2 personaggi alla volta anziché uno solo e ognuno di essi, se arruolato, sbloccherà automaticamente la propria missione secondaria che se completata gli conferirà un’abilità extra.
Davvero azzeccata quindi la scelta dei comprimari, molto diversi tra loro ma tutti ugualmente utili (anche se in modi differenti) e soprattutto arruolabili solo se le nostre skill raggiungeranno un determinato punteggio (ad esempio: se l’abilità medicina sarà inferiore a 70 su 100 non sarà possibile in alcun modo l’arruolamento).
Migliorata, rispetto al passato, anche l’interattività con essi: non sarà più necessario addentrarsi in lunghi e complicati dialoghi per impartire ordini, e grazie a un semplice menu radiale a scomparsa potremo comodamente selezionare l’icona dell’azione che ci interessa risparmiando tempo ed evitando la noia.
Una delle migliori migliorie del gameplay è l'implementazione di una griglia per
comunicare coi nostri compagni di viaggio

A livello di combat system torna inalterato lo schema a turni con la possibilità di utilizzare lo SPAV, cioè una particolare modalità di sparo che al prezzo di alcune tacche di una speciale barra ricaricabile a fondo schermo consente di bloccare l’azione di gioco permettendoci di mirare le parti del corpo con tutta calma (con tanto di percentuali di buona riuscita del colpo stesso).
Si registrano invece alcuni miglioramenti a livello di equipaggiamento, come la possibilità di creare munizioni speciali presso i banchi da lavoro sparsi sulla mappa e soprattutto la possibilità di acquistare mod per le nostre armi (sia in termini estetici che di aumento del danno o miglioramento visivo tramite mirini speciali).
L’ambiente di gioco, per quanto meno “apocalittico” rispetto al passato, è comunque molto vasto e variegato: si passerà infatti da lunghissime lande deserte ad ambienti rocciosi, da montagne innevate a gran canyon rossastri, da piccoli borghi sperduti nella Zona Contaminata alla centralissima roccaforte ambita da tutti i viaggiatori: New Vegas, luogo di perdizione dove spendere i propri soldi in donne, alcool e gioco d’azzardo.
Migliora notevolmente rispetto al passato il sistema delle missioni: la Zona Contaminata del Mojave è abitata da una serie di piccole o grandi fazioni che si dividono il territorio. Tra queste, le due principali
Il Gameplay è rimasto quello già visto in
Fallout3 (difetti compresi)
sono la Legione di Caesar e La Repubblica della Nuova California, posizionate una di fronte all’altra e separate dall’oggetto principale del loro contendere: un’enorme diga con un fiume che permetterebbe a chi la possedesse di produrre esclusivamente per sé la tanto agognata energia elettrica. Le fazioni secondarie (rappresentate principalmente da Kahn,Powder Ganger, Confraternita d’Acciaio e Boomer) rivestiranno un ruolo collaterale nella lotta per il dominio della Zona Contaminata del Mojave ma potranno rivelarsi comunque delle preziose spalle per il nostro protagonista. Ma tra questi contendenti vi è anche il già citato Mister House, enigmatico soggetto di cui nessuno conosce la vera identità avente come obiettivo il controllo di New Vegas e di tutte le ricchezze annesse. Inizialmente sarà possibile portare a termine le missioni (sia principali e secondarie) per qualsiasi fazione e il loro compimento influirà sulla nostra reputazione presso i diversi clan. Va da sé che un basso livello di reputazione presso una data fazione equivale ad ostilità a vista, ma sarà possibile aggirare l’ostacolo camuffandoci da membro della fazione stessa nei pressi di uno dei suoi accampamenti.
Torna anche qui il karma, buono e malvagio, influenzabile in base al nostro comportamento personale con i vari personaggi che incontreremo lungo il nostro cammino (e avente un ruolo fondamentale in merito agli aiutanti che potremo arruolare) ma assolutamente ininfluente a livello di fazione.
Da un certo punto della trama in avanti (e a mio avviso è proprio questo l’elemento forte della componente ruolistica) dovremo effettuare una difficile scelta in base a quattro possibilità (RNC, Legione di Caesar, Mister House e infine il proprio tornaconto personale) e a seconda della strada che decideremo di intraprendere il gameplay si modificherà di conseguenza, poiché una buona parte delle missioni secondarie (tra l’altro presenti in numero molto maggiore rispetto a quelle di Fallout 3) e soprattutto delle missioni principali ci saranno precluse, obbligandoci a continuare lungo un unico cammino.

Per concludere, mi sento di affermare che il gameplay di Fallout New Vegas risulta solido ed estremamente adatto al classico schema dei giochi di ruolo con alcuni elementi ripresi dagli shooting game, ma trattandosi di una formula ormai vecchia di qualche anno comincia a risultare a tratti obsoleto e macchinoso.

Voto: 8,5

GRAFICA e SONORO 
Tecnicamente il titolo Bethesda non compie particolari passi in avanti rispetto al 2008 (a parte una lieve pulizia delle textures a livello generale) basandosi sullo stesso motore di gioco del suo predecessore. L'impatto visivo risulta comunque godibile grazie ad una vastità della linea d’orizzonte ben realizzata e ad un buon dettaglio degli scenari di gioco nonostante i (molti) difetti come la quasi unitilizzabilità della visuale in terza persona, ai cali di framerate e a texture non sempre di qualità accettabile.
Ma non c'è bisogno di strapparsi i capelli.. Non è stato certo il comparto grafico a rendere Fallout una delle produzioni migliori di questa generazione. I punti di forza sono ben altri e l'arretratezza del comparto grafico passa completamente in secondo piano divenedo un "contorno" a cui farete poco caso.
In alcuni tratti il motore grafico risulta davvero troppo antiquato....

Per quanto riguarda il comparto audio ci troviamo davanti ad selezione di brani in stile anni '40/'50 con Frank Sinatra a recitare il ruolo di star (compito che era toccato alle Andrew Sisters nello scorso episodio) con brani storici e che ben si sposano con la produzione. Canzoni come Blue Moon e Wrap your troubles in dreams a cui si aggiunge l'ottima Jingle, Jangle, Jingle di Kay Kaiser riesscono a dare una personalità ed un carisma a Fallout: New Vegas che si è vista davvero, davvero, davvero raramente. Un mix che mescola uno scenario post-apocalittico con lande desolate e musiche anni '50 è dunque ciò che caratterizza la serie Fallout in questa Next-Gen riuscendo a sopperire, insieme ad un ottimo gameplay, a quelle vistose mancanze del comparto grafico di cui abbiamo già parlato.
Va infine lodato lo sforzo fatto dai produttori per localizzare anche il doppiaggio in italiano anche se non sono rari i momenti in cui i dialoghi e le frasi a schermo risultano disconnessi e di non immediata comprensione.

Voto Grafica : 7,5
Voto Sonoro: 7
Voto Musiche: 8,5


TROFEI
A livello generale la strada per arrivare al platino non dovrebbe presentare difficoltà particolari, ma trattandosi di un gioco di ruolo e per di più particolarmente longevo, starà alla pazienza e alla dedizione del giocatore decidere se varrà la pena spendere un buon numero di ore alla ricerca di oggetti e compagni vari o nel tentativo di accumulare punti uccisione solo con certi tipi di armi al fine di ottenere quei trofei in sè non impossibili ma davvero molto dipendiosi in termine di tempo.













Fallout New Vegas è senza dubbio un prodotto molto valido sotto quasi tutti i punti di vista. La trama è molto particolare e grazie ad un brusco incipit aumenterà la soglia di interesse del giocatore; l’ambiente di gioco è forse meno ispirato rispetto al passato ma presenta una buona eterogeneità di paesaggi e risulta comunque godibile, l’interazione con i personaggi e le armi è stata snellita contribuendo a ridurre la sensazione di rigidità tipica dei giochi di ruolo. Purtroppo, una certa mancanza di rifinitura a livello generale e un motore di gioco che purtroppo mostra chiaramente la propria età, rischiano di minare l’esperienza di gioco basata su un gameplay che è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al tanto acclamato Fallout 3. L’acquisto rimane comunque d’obbligo per tutti gli amanti della serie, consigliandolo tuttavia anche a chiunque abbia intenzione di affacciarsi al mondo dei GDR in stampo FreeRoaming.


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