9 novembre 2011

Fidarsi delle recensioni dei grandi siti ?










Fare recensioni è stato sempre un onere (oltre che un onore) per i redattori ed addetti ai lavori del settore videoludico. Ricordo ancora quando da ragazzino in piena era Playstation 1, ogni mese, andavo in edicola a comprare l'ultimo numero di PlayStationMagazine. Non esisteva internet per leggere giornalmente notizie, guardare videogameplay e leggere recensioni al fine di farsi un'idea dei giochi da comprare. Chi scriveva in quel giornale per forza di cose diveniva una sorta di guru il cui consiglio era fondamentale nelle scelte di acquisto. Una responsabilità mica da poco.

Oggi lo scenario è completamente cambiato. Internet ha ucciso la carta stampata e prima che un gioco esca si sà tutto su di esso togliendo in parte il fascino dell'attesa. Sicuramente oggi è meglio di ieri da questo punto di vista. Non ci si affida più ad un singolo redattore. Si può sapere il parere di centinaia di altri giocatori grazie ai forum, guardare decine di video su internet e ponderare per bene l'acquisto o meno del gioco tanto atteso. Purtroppo c'è anche il risvolto della medaglia. Il moltiplicarsi esponenziale di siti che recensiscono videogames ed il connesso aumento concorrenziale ha portato purtroppo, a mio avviso, ad un abbattimento qualitativo delle recensioni. Queste infatti non diventano più un ponderato parere sul prodotto provato per giorni e giorni fino a spolparlo, ma una leva essenziale su cui basarsi per ottenere più visite possibile. Infatti spesso sono i numeri a farla da padrona e presentarsi con una recensione bella pronta il giorno dell'uscita ufficiale del titolo (se non addirittura prima) può fare la differenza tra qualche decina di clic e migliaia di visite. Una volta non accadeva (o quanto meno era molto più raro) perchè l'uscita a cadenza mensile dava il tempo ai redattori di provare per bene ogni aspetto del prodotto.

Non ci si deve stupire poi se in questa generazione, pur utilizzando al 90% dei casi una scala da 1 a 10, la maggior parte dei giochi prenda roba come 9 / 9,2 / 9,3 e così via, fino ad arrivare al caso limite in cui viene dato 5/5 a Modern Warfare 3, mettendolo dunque sullo stesso piano di giochi come Metal Gear Solid 4 o Uncharted 3 o titoli del passato come Final Fantasy 7, Tombi oppure Zelda Ocarina of Time (perchè se ipotizziamo prendano meno di 5/5 vorrebbe dire porre MW3 sopra a questi "mostri scari").

E' tutto così sballato da perdere di ogni credibilità. A mio avviso (parlo sempre a livello personale e felice di scambiare i pareri) su questi grandi siti è venuta a mancare la criticità sui prodotti recensiti. Vuoi a causa della ricerca delle visite giornaliere che ti porta a pubblicare le recensioni il prima possibile senza aver ancora provato per bene il gioco, vuoi a causa dei collegamenti più o meno forti con i vari PR delle Software House (pensate che chi manda una promo in redazione, avendo decine di altri siti concorrenti con cui collaborare, ne manderà ancora nel caso in cui il gioco prenda 5/10 ?), vuoi a causa di una sorta di accondiscimento dei lettori.
Le ultime due ipotesi erano però plausibili anche nelle vecchie riviste. Ricordo però che i giochi, anche importanti, venivano bocciati pesantemente e questo non incrinava i rapporti coi PR ne coi lettori. Dunque, può essere quel primo punto a fare la differenza. L'eccessiva concorrenza ha portato i siti a combattere sulla quantità piuttosto che sulla qualità. Un clic è sempre un clic e se non ti va bene il pr manderà le promo ad un altro dei centinaia di siti pronto ad adattare la recensione a ciò che vuole il pubblisher o il lettore. Non importa aver giocato e provato realmente un gioco. L'importante è pubblicare la recensione prima dei concorrenti per rubargli più visite possibili e quindi mettere un voto alla cieca e possibilmente alto per non deludere nessuno.

Non sono un esperto del settore e nemmeno uno che videogioca dalla sera alla mattina. Sicuramente ci sono casi in cui in alcune redazioni il prodotto arrivi con svariati giorni di anticipo e quindi sia possibile pubblicare una recensione al D1. Sò però per certo che questi sono casi limite e che nella maggior parte dei casi non avviene così.
Quello che cerco è di comprendere le motivazioni che hanno portato dall' avere, sulla carta, poche pietre miliari per ogni generazione, ad una situazione in cui prendere 8 significa essere un prodotto scadente e da non acquistare. Tutto qui, niente di più, niente di meno.


6 commenti:

  1. Effettivamente ho notato anche io un appiattimenti verso l'alto dei voti e me ne sono chiesto sempre il motivo. La qualità delle produzioni è aumentata sicuramente ma la cosa è eccessiva. Con la Ps4 daranno 10 a tutti ?

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  2. E' esattamente così.
    Hai centrato in pieno la questione.
    La cosa che più fa rabbia (fatte le dovute premesse, non è rabbia ma è casomai un cruccio) è che titoli buoni, o genuini vengono immolati da questi "Signori del Videogioco" a fronte di non meglio specificate "teorie" campalinistiche. Insomma diciamolo : titoli come NIER, non possono non essere valutati su una scala differente, sono videogiochi con qualcosa in più, forse anima, forse un'attenta ricerca estetica, forse un messaggio...o altro, non so.
    Ma è indubbio che sono titoli che si discostano dalla massa, che cercano una loro utenza, una loro forma espressiva, non possono essere ridotti, non dovrebbero almeno.
    Per questo io dico che ci sono videogiochi di serie A, quelli vincolati in qualche modo al passato e quelli di serie B : i giochi commerciali o pop.
    I casi strani non mancano come DEADLY PREMOTITION, ricordate il voto di IGN ?

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  3. Mi trovi davvero d'accordo. Il punto è che sono gli stessi lettori che, a quanto visto, pur sapendolo continuano a frequentare ed affidarsi a certi siti.

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  4. come dire: non cacato da nessuno mi apro il mio blog e sparo merda su tutti gli altri, siete un banda di patetici tu i grandi e i piccoli siti, andate a lavorare!

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  5. Addirittura?
    Sarei lieto di discuterne più maturamente se avessi la cortezza di argomentare ;)

    Grazie comunque per aver letto l'articolo e aver speso tempo nel rispondere.

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